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Verso l’adozione del regolamento dei beni comuni da parte del Comune di Rimini: il contributo del nostro Studio

Verso l’adozione del regolamento dei beni comuni da parte del Comune di Rimini: il contributo del nostro Studio

L’art. 118 ultimo comma della Costituzione italiana dispone che “Stato, Regione, Città Metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”

E’ il cosiddetto principio della sussidiarietà orizzontale che, secondo alcuni, trova un significativo antecedente storico in Italia nella vicenda dello “sciopero alla rovescia” di Partinico, in Sicilia.

Il 30 gennaio 1956 l’attivista non violento Danilo Dolci organizzò una protesta dei lavoratori disoccupati muovendo dall’idea per cui se un operaio, per protestare, si astiene dal lavoro, un disoccupato può scioperare lavorando.

In quell’occasione centinaia di disoccupati si attivarono in modo pacifico per effettuare lavori di risistemazione di una strada comunale abbandonata, ma lo “sciopero alla rovescia” fu represso dalla polizia ed alcuni attivisti (tra cui lo stesso Dolci) arrestati e denunciati per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, istigazione a disobbedire alle leggi ed invasione di terreni.

La vicenda divenne un caso internazionale e fra gli avvocati difensori di Dolci vi fu il padre costituente Pietro Calamandrei.

Citiamo un passaggio dell’arringa del grande giurista: Ci sono a Partinico, oltre pescatori, altre migliaia di disoccupati. La Costituzione dice che il lavoro è un diritto e un dovere. Allora, che cosa fanno questi settemila disoccupati: invadono le terre dei ricchi, saccheggiano i negozi alimentari, assaltano i palazzi, si danno alla macchia, diventano banditi? No. Decidono di lavorare: di lavorare gratuitamente; di lavorare nell’interesse pubblico. Nelle vicinanze del paese si trova, abbandonata, una trazzera destinata al passo pubblico; nessuno ci passa più, perché il Comune non provvede, come dovrebbe, alla sua manutenzione; è resa impraticabile dalle buche e dal fango. Allora i disoccupati dicono: “Ci metteremo a riparare gratuitamente la trazzera , la nostra trazzera. Ci redimeremo, lavorando da questo avvilimento quotidiano, da questa quotidiana istigazione al delitto che è l’ozio forzato. In grazia del nostro lavoro la strada tornerà ad essere praticabile. I cittadini ci passeranno meglio. Il sindaco ci ringrazierà”. Che cosa è questo? E’ la stessa cosa che avviene quando, dopo una grande nevicata, se il Comune non provvede a far spalare la neve sulle vie pubbliche, i cittadini volenterosi si organizzano in squadre per fare essi, di loro iniziativa, ciò che la pubblica autorità dovrebbe fare e non fa; e la stessa cosa che avviene, e spesso è avvenuta, quando, a causa di uno sciopero degli spazzini pubblici, i cittadini volenterosi si sono messi a rimuovere dalle strade cittadine le immondizie e in questo modo si sono resi benemeriti della salute di tutti”.

A distanza di tanti anni possiamo dire che i principi di cittadinanza attiva e responsabile che già Calamandrei invocava come immanenti alla Costituzione, sollecitando i magistrati a fare buon governo dei precetti costituzionali (“Si parla tra i giuristi di “bonifica costituzionale”; siate voi, magistrati, gli antesignani di questa bonifica! […]  Voi dovete aiutarci, signori Giudici a difendere questa Costituzione che è costata tanto sangue e tanto dolore voi dovete aiutarci a difenderla, e a far sì che si traduca in realtà”) non solo sono stati esplicitati con la costituzionalizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale, ma trovano concreta attuazione nella cosiddetta “amministrazione condivisa”, che in centinaia di Comuni italiani è proceduta con l’adozione di regolamenti sui beni comuni e la stipulazione, a valle dei regolamenti, di patti di collaborazione tra amministrazione e cittadini attivi.

Gli Avvocati Jessica Valentini e Luca Zamagni hanno recentemente prestato consulenza all’Agenzia di Piano Strategico del Comune di Rimini in vista della prossima emanazione di un regolamento sui beni comuni da parte del medesimo Comune di Rimini, affinché anche nel capoluogo europeo del turismo sia favorita, come vuole la nostra Costituzione, l’autonoma iniziativa dei cittadini attivi.



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